CAPPELLA NOSTRA SIGNORA DEL ROSARIO

La Cappelletta prima
La Cappelletta prima

La cappelletta dedicata alla Beata Vergine Maria del Rosario, è stata costruita quale ex-voto nel 1916 da un privato Sciarboraschese di nome Gio Batta Giusto, nato nel 1857 e morto nel 1940, del ramo “vulgo” detto Stagnin. Il motivo della costruzione, come raccontano gli anziani, è da ricercarsi nelle sofferte vicende connesse alla Grande Guerra del 1915/1918. Infatti, i due figli di Gio Batta, Tomaso e Giovanni, non furono chiamati alle armi e non partirono per la guerra e questo venne letto come una grazia ottenuta per intercessione della Vergine Maria. A quei tempi e in quel contesto, casi di soldati feriti e ritornati a casa e casi di soldati non precettati, suscitavano il sentimento grato e devoto dei famigliari nei confronti di Maria Santissima. Qualche volta il loro sentimento devoto diventava manifesto attraverso la costruzione di altari e cappelle votive lungo le strade della comunità parrocchiale. La consuetudine in quel tempo voleva che queste sacre edificazioni fossero intitolate alla Beata Vergine Maria, Regina della Pace. Questa volta però, ci fu una circostanza che andò ad incidere con il piano di costruire una sua cappelletta del nostro protagonista, Gio Batta. La vicina Parrocchia di Lerca possedeva una statua della Madonna e cercava di venderla per acquistare un altare dedicato alla Madonna della Guardia. Alla fine, fu così che il nostro committente comprò la statua e la collocò al centro dell’altare della sua nuova chiesetta. Era una statua lignea della scuola del Brilla raffigurante la Vergine del Rosario e di qui, dunque, la dedicazione della cappelletta.

La Cappelletta dopo
La Cappelletta dopo

In seguito, i parrocchiani devoti, diedero vita ad una processione mariana per onorare la Vergine del Rosario. Il 7 ottobre di ogni anno, in preghiera, dalla chiesa di Sant’Ermete, essi si recavano alla cappelletta dove veniva celebrata la Santa Messa solenne. Per l’occasione tutta la zona era addobbata con fiori e ceri, lenzuola e tovaglie ricamate appese alle corde legate tra gli alberi. Cessate le guerre e mutato il contesto sociale, per la chiesetta inizia un lento ed inesorabile degrado. Negli anni 60 la vecchia statua venne rubata e mai più ritrovata. Successivamente si pensò di collocarvi una seconda statua, ma anche questa venne trafugata e insieme anche la porta distrutta. Lo stato di incuria e di abbandono fece si che essa diventò presto rifugio per ubriachi e drogati e oggetto di gravissimi atti di vandalismo. Il parroco, don Pastorino Francesco, provvide alla rimozione della pietra dell’altare e alla costruzione di una nuova porta; anche questa però ben presto venne danneggiata. Esaudendo la volontà dell’Alpino Agostino Calcagno “Stino”, prematuramente “Andato avanti”, le Penne Nere cogoletesi grazie al loro lavoro e al contributo di molti sostenitori, hanno riconsegnano la cappelletta votiva, completamente restaurata, alla Parrocchia di Sciarborasca e alla collettività, in modo che possa tornare ad assolvere alla sua funzione iniziale. L’inaugurazione è avvenuta il 5 dicembre 2015, alla presenza del Vescovo della Diocesi di Savona e Noli S.E. Monsignor Vittorio Lupi, delle autorità civili e militari, del presidente della seziona A.N.A. di Genova Piero Firpo e della cittadinanza.

Galleria fotografica